BASTIAAN R. BLOEM, neurologo e professore al Radboud University Nijmegen Medical Centre (Olanda), è uno dei sostenitori di nuovo approccio di cura collaborativa e medicina partecipativa (Health 2.0)
Le staminali sono efficaci. L’intestino pare sempre più essere il primo luogo dove compare il P. Una nuova versione di un farmaco contro le discinesie. Un nuovo test per la diagnosi. Il salbutamolo, usato per l’asma, sembra diminuire il rischio di P.
Dipendono dalle alterazioni cerebrali dei circuiti di gratificazione, danneggiati dal Parkinson, e non da un effetto collaterale dei farmaci come finora si pensava, i comportamenti impulsivi che spesso colpiscono i pazienti di questa malattia.
Attraverso un nuovo studio, i ricercatori hanno descritto il ruolo delle vescicole sinaptiche della glicoproteina 2C (SV2C) sulla dopamina, il neurotrasmissione che regola il morbo di Parkinson.
I ricercatori hanno trovato che gli astrociti (cellule cerebrali) possono anche esercitare un effetto dannoso nei neuroni in determinate circostanze e portare a diverse malattie, come la malattia di Parkinson.
La melatonina impedisce alla cellula sana di morire, ecco quali sono i motivi e gli effetti per cui è efficace per la terapia del Parkinson e dell'Alzheimer negli anziani
I ricercatori dell’University of Oregon hanno sintetizzato delle molecole organiche che si rompono e rilasciano acido solfidrico e sono in grado di proteggere le cellule.
I ricercatori hanno scoperto che una proteina chiamata Nrf2 è in grado di mantenere i livelli sani di alcune proteine legate alla malattia di Parkinson.
Una nuova ricerca ha scoperto che un farmaco ancora sperimentale chiamato Opicapone ha la capacità di aumentare la l-dopa per controllare le difficoltà motorie associate al Parkinson.
I pazienti con il Parkinson hanno una riduzione della capacità di attivarsi spontaneamente al fine di eseguire le azioni prestabilite nel compito di memoria prospettica
Grazie ad una nuova ricerca è ora possibile creare una mappa del meccanismo dei neuroni e intervenire, di conseguenza, sulla formazione della malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer.
Uno studio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele svela la presenza di network cerebrali alterati nei pazienti che soffrono di malattia di Parkinson e che presentano deficit cognitivi.
Modena, grazie al lavoro del ricercatore Jonathan Mapelli di Unimore è ora possibile creare una mappa dei circuiti dei neuroni e intervenire così nelle malattie neurodegenerative
La scoperta potrebbe spiegare le cause della neuro-degenerazione delle cellule e, di conseguenza, produrre farmaci che potrebbero bloccare la malattia sin dal suo primissimo esordio.
I problemi di movimento delle persone con Parkinson non sarebbero dovuti ad alterazioni del movimento in sé, ma a disfunzioni a livello di percezione sensoriale dello spazio.
Uno studio mostra un aumento dell’incidenza dei casi di parkinsonismo tra il 1976 ed il 2005. I più colpiti sono gli uomini, mentre i fumatori, a sorpresa, potrebbero correre rischi minori