Parkinson: comportamenti compulsivi? Dipendono dai danni al cervello (da OK Salute e Benessere dell' 8-3-2017)

Spesso alcuni pazienti soffrono anche di gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, ipersessualità e alimentazione compulsiva. Una scoperta del San Raffaele di Milano apre le porte a una diagnosi precoce. Prima si pensava fossero causati dai farmaci per la malattia

Dipendono dalle alterazioni cerebrali dei circuiti di gratificazione, danneggiati dal Parkinson, e non da un effetto collaterale dei farmaci come finora si pensava, i comportamenti impulsivi che spesso colpiscono i pazienti di questa malattia. Stiamo parlando di condizioni come dipendenza dal gioco d’azzardo, disturbi dell’alimentazione e dell’ipersessualità.

Da ora possibilità di intervenire tempestivamente 

La scoperta, messa a punto dai ricercatori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano insieme all’Università di Belgrado, apre la strada a nuovi strumenti capaci di anticipare l’insorgenza di questi disturbi e intervenire con trattamenti tempestivi.

In Italia ci sono 250.000 pazienti 

La malattia di Parkinson, caratterizzata da disturbi del movimento, come tremore a riposo, rallentamento dei movimenti e rigidità degli arti, è la seconda patologia neurodegenerativa più frequente dopo la malattia di Alzheimer.

I pazienti colpiti anche da disturbi psicopatologici

I pazienti che ne sono affetti soffrono spesso anche di disabilità cognitive, disturbi dell’umore – come ansia e depressione – e disturbi psicopatologici. Tra questi ultimi i più frequenti sono i comportamenti impulsivi-compulsivi, contraddistinti dall’incapacità di controllare i propri desideri e istinti, che si traduce spesso nella ripetizione di azioni dannose per sé o per gli altri, come il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, l’ipersessualità e l’alimentazione compulsiva.

Finora si pensava fosse un effetto collaterale dei farmaci 

Tali comportamenti, che interferiscono con la vita quotidiana e ne riducono in modo sostanziale la qualità, sono stati per anni considerati come una possibile conseguenza indesiderata del trattamento farmacologico dopaminergico. È più recente l’ipotesi – avvalorata da questo studio pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry – che alcuni di questi comportamenti siano in realtà dovuti ad alterazioni funzionali e strutturali del cervello conseguenti al Parkinson.

La ricerca 

Per testare questa ipotesi gli scienziati del San Raffaele di Milano hanno preso in esame 85 pazienti affetti da Parkinson, di cui 35 con comportamenti impulsivi-compulsivi e 50 senza. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica per individuare se vi fossero alterazioni funzionali e strutturali delle aree cerebrali e per identificare i circuiti alterati nei 35 pazienti con comportamenti impulsivi-compulsivi.

I pazienti con comportamenti impulsivi-compulsivi avevano alterazioni simili nel cervello

A fronte di alterazioni simili – tra i due gruppi di pazienti studiati – nell’area principale colpita dalla malattia (quella motoria), i pazienti con comportamenti impulsivi-compulsivi presentano danno nelle aree cerebrali coinvolte nella regolazione dei processi di gratificazione.

Il parere degli esperti 

«Non solo, ma con l’aumentare della durata e della gravità dei disturbi, sia motori che comportamentali, la comunicazione tra i due network cerebrali di riferimento peggiora, ovvero si aggrava il modo in cui queste due aree del cervello comunicano tra loro» spiegano Francesca Imperiale e Federica Agosta, prime autrici dello studio e ricercatrici presso l’Unità di Neuroimaging Quantitativo.

Fondamentale considerare questi aspetti in fase di diagnosi

«Lo studio mette in luce la stretta connessione tra sintomatologia motoria, cognitiva e psichiatrica» conclude il professor Massimo Filippi, direttore della stessa unità e docente ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

La risonanza magnetica utile per la diagnosi precoce di questi casi 

I risultati della ricerca suggeriscono ...(continua a leggere l'articolo su Ok Salute)