Rigidità da Parkinson, esercizio fisico e massaggi riescono a ridurla? (da Corriere.it del 3 lug. 2012)

La disfunzione del sistema nervoso centrale fa contrarre i muscoli. L'allungamento migliora la «scioltezza»

La malattia di Parkinson è una malattia degenerativa. La riabilitazione, così come l’attività fisica in generale, è importante. La rigidità non è un problema muscolare diretto, ma la conseguenza della disfunzione del sistema nervoso centrale che fa contrarre i muscoli in modo continuo, e in contemporanea, tra agonista e antagonista. Il risultato è la perdita graduale del movimento fluido e i muscoli diventano, in questa condizione patologica, una specie di «gabbia» che blocca il corpo e riduce l’espressività del viso. A lungo andare si verificano accorciamenti dei fasci muscolari e dei tendini che irrigidiscono ulteriormente l’apparato muscolo scheletrico. In questa situazione i farmaci miorilassanti e i massaggi sono poco efficaci. È invece importante mettere in sinergia la terapia farmacologica, indicata del neurologo, e il progetto riabilitativo, stabilito dal fisiatra, sulla base del quale il fisioterapista potrà far fare esercizi di allungamento non del singolo muscolo, ma di più muscoli. Gli esercizi consistono, per esempio, nell’allungare i muscoli del dorso piegandosi in avanti e cercando di andare a toccare le punte dei piedi. Altri esercizi consistono nella rotazione del tronco del corpo sul bacino. Si tratta di esercizi che aiutano a sentirsi meno rigidi, migliorano la “scioltezza” del movimento e diminuiscono il dolore. Importante è cercare di aiutare l’alternanza dei movimenti con l’aiuto del ritmo che può essere imposto dalla voce del fisioterapista, da... (continua a leggere su Corriere.it)