LA RIABILITAZIONE NELLA MALATTIA DI PARKINSON (da Osservatorio Nazionale Parkinson)

di 

Claudio Pacchetti e Manuela Pilleri

Il trattamento riabilitativo deve focalizzarsi su obiettivi diversi nelle diverse fasi della malattia. È necessario costruire, per ogni paziente, un programma riabilitativo individualizzato, che tenga conto delle problematiche motorie prevalenti, ma anche delle capacità e del livello di resistenza all’esercizio della persona da riabilitare.

Nelle fasi iniziali di malattia l’obiettivo della riabilitazione è il mantenimento dell’efficienza dell’apparato cardio-vascolare e muscolo-scheletrico e la prevenzione di complicanze future. I pazienti vengono incoraggiati a svolgere regolare attività fisica in autonomia, da soli o in gruppo, in contesti ambientali “normali” (fitness in palestra, allenamento outdoor).

Nelle fasi intermedie di malattia l’intervento riabilitativo si concentra prevalentemente sulle problematiche refrattarie alla terapia farmacologica, in particolare i disturbi del cammino, dell’equilibrio e della postura. L’allenamento in palestra, assistito dal fisioterapista e coadiuvato dall’utilizzo di attrezzi o macchinari specifici, può essere combinato con esercizi svolti a domicilio in autonomia. Al fine di rendere piacevole la pratica dell’esercizio, possono essere proposti pratiche di riabilitazione, abbinate alla danza e alla musica, che, oltre a migliorare specifici problemi motori, favoriscono la partecipazione del paziente e l’interazione sociale.

Nelle fasi avanzate di malattia lo scopo principale della riabilitazione è la prevenzione delle complicanze derivate dall’immobilità, come le infezioni, le trombosi venose, le piaghe da decubito o l’instaurasi di deformità articolari fisse. Vengono eseguiti esercizi attivi e passivi mirati al rinforzo muscolare ed al mantenimento della mobilità articolare. Ove possibile, deve essere promossa l’esecuzione di attività complesse, come il cammino, servendosi di presidi specifici per la deambulazione. In questa fase è fondamentale il coinvolgimento dei familiari, che, opportunamente istruiti, possono assistere il paziente nell’esecuzione degli esercizi, al fine di garantire una maggiore assiduità e continuità al trattamento....(continua a leggere su Osservatorio Nazionale Parkinson)