POLLICA (SA) - La dieta mediterranea nella prevenzione delle patologie neurologiche a carattere neurodegenerativo (Alzheimer e Parkinson), autoimmune (sclerosi multipla) o vascolare (ictus cerebrale) sarà al centro del workshop dal titolo “Dentro la neurologia del territorio – workshop point of care su epilessia, Parkinson, Alzehimer e depressione”, in programma il 7 e l’8 aprile a Pollica-Acciaroli, in provincia di Salerno.
All’iniziativa, organizzata da Ainat (Associazione dei neurologi ambulatoriali) e ideata e curata dal dottor Gennaro Barbato, responsabile scientifico insieme al dottor Pasquale Alfieri e al dottor Gennaro Cascone, interverrà anche Stefano Pisani, sindaco di Pollica-Acciaroli. È proprio in questa città, fanno sapere, che partirono le ricerche di Ancel Keys sulla correlazione tra corrette abitudini alimentari e longevità che, dopo ulteriori approfondimenti, hanno portato al riconoscimento Unesco della dieta mediterranea quale patrimonio culturale immateriale nel 2010 e, più di recente, alla vetrina dell’Expo di Milano e alla sottoscrizione della carta dei valori dei comuni cilentani con la Regione Campania.
«Nel corso degli ultimi anni- spiega Barbato- le neuroscienze hanno avuto un forte slancio sia in ambito assistenziale che nella ricerca, grazie ad una maggiore conoscenza delle malattie e alla disponibilità di nuovi strumenti di diagnosi e nuovi approcci terapeutici. A fronte di un aumento notevole di casi di malattie neurologiche, che va di pari passo con l’aumento della durata della vita, risulta, però, deficitaria l’assistenza al paziente. Nel caso di Alzheimer o Parkinson, o di malattie infiammatorie come la sclerosi multipla, si avverte l’esigenza di una gestione neurologica “esperta” che, come evidenziato anche dal piano nazionale della cronicità, comporterebbe una riduzione dei costi pari al 30%».
«La Campania – aggiunge Alfieri – è l’unica regione in Italia con oltre 200 neurologi territoriali distribuiti in modo omogeneo su tutto il territorio: per utilizzare al meglio tali risorse occorrerebbe dare vita a una rete università territorio-ospedale e seguire percorsi clinici assistenziali, strumenti di gestione clinica che rispondono a specifici bisogni di salute, anche con lo scopo di aumentare la qualità dell’assistenza e dei servizi offerti». (continua a leggere l'articolo sul sito)