Caregiver: la conferma di un ruolo strategico (da Superando.it del 1 dic. 2017)

Caregiver: la conferma di un ruolo strategico (da Superando.it del 1 dic. 2017)

di Daniela Bucci (Responsabile del portale «Condicio.it – Dati e cifre sulla condizione delle persone con disabilità»)

I caregiver familiari – lo ricordiamo – sono coloro che si prendono cura, al di fuori di un contesto professionale e retribuito, di una persona, generalmente un familiare, assicurandole l’assistenza e il supporto necessari a causa dell’età, di una menomazione o di una patologia. Su tali figure annotiamo la pubblicazione di uno studio del CENSIS, che al pari di precedenti ricerche, conferma come l’attività di cura determini impatti significativi nella vita lavorativa e sociale, nell’uso del tempo libero e nello stato di salute dei caregiver intervistati.

caregiver familiari – lo ricordiamo – sono coloro che si prendono cura, al di fuori di un contesto professionale e retribuito, di una persona, generalmente un familiare, assicurandole assistenza, supporto e sostegno necessari a causa dell’età, di una menomazione, di una patologia, in un quadro di assenza o carenza di servizi pubblici adeguati e sufficienti alla situazione.
Su tali figure annotiamo in questo giorni la pubblicazione di uno studio del CENSIS, intitolato La gestione della cronicità: il ruolo strategico del caregiver. Il quadro generale ed un focus sul Parkinson, che ha coinvolto un campione di 203 caregiver familiari, in prevalenza donne (il 76,4% contro il 23,6% degli uomini).

Anche tale ricerca – al pari di altre precedenti – ha confermato come l’attività di cura abbia determinato degli impatti significativi nella vita lavorativa e sociale, nell’uso del tempo libero e nello stato di salute dei caregiver intervistati.
Il 36,9%, ad esempio, ha dichiarato che il lavoro di cura ha prodotto degli impatti sulla propria occupazione, che vanno dai problemi per le ripetute assenze sul lavoro, alla necessità di chiedere il part-time, fino alla scelta di andare in pensione o alla perdita del lavoro.
Il 55,7% ha evidenziato come i compiti assistenziali abbiano determinato un’interruzione, per mancanza di tempo, di tutte le attività extralavorative, come lo sport, i viaggi, gli hobby, il volontariato.
E ancora, il 31% ha segnalato il crescente isolamento, causato dall’allontanarsi delle amicizie per l’impossibilità di frequentarle assiduamente.
Addirittura il 79,2%, poi, ha affermato di aver subito almeno un effetto sulla propria salute. In particolare, di questi ultimi, il 65,3% ha riconosciuto di sentirsi fisicamente stanco e il 41,1% di non dormire a sufficienza. A ciò si aggiunge, con percentuali intorno al 10%, chi ha problemi di peso, chi si ammala più spesso e chi soffre di depressione. Infine il 6,9% ha fatto ricorso al supporto psicologico e il 4,5% è stato ricoverato in ospedale.

Tali ripercussionI non sorprendono affatto, se si tiene conto dell’impegnoche il lavoro di cura impone. (...continua a leggere su Superando.it)