Il tolcapone-tasmar è in grado di riaccendere la vita quando la malattia la spegne.....
Il tolcapone-tasmar è in grado di riaccendere la vita quando la malattia la spegne. E’ così importante nella terapia che il Servizio Sanitario lo concede gratuitamente.
“E’ un farmaco prezioso nella cura – dice il professor Gianni Pezzoli, presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani – perché risolve un problema angosciante per il malato e cioè evita che si blocchi e che riviva tutti i sintomi della malattia quando, più volte nel corso della giornata, perde di efficacia la levodopa, sostanza base nella terapia”.
Purtroppo si sta abbassando l’età di insorgenza della malattia raggiungendo i giovani adulti sotto i quarant’anni. “E’ un’età lontana dai capelli bianchi – aggiunge Pezzoli che è direttore del Centro Parkinson e dei Disturbi del Movimento degli Istituti Clinici di Perfezionamento a Milano – quella in cui si dà il meglio nella vita di relazione e sul lavoro. Ecco perché è importante riaccendere la vita a questi pazienti. Con il tolcapone-tasmar non solo si combattono i sintomi, dal tremore alla difficoltà di movimento, alla rigidità ma anche la depressione che spesso si impossessa del malato proprio per l’impossibilità di vivere una vita normale”.
“Il Parkinson nasce quando – dice il professor Ubaldo Bonuccelli, vice presidente della LIMPE, Università di Pisa – nel cervello si spengono cinquecentomila neuroni. Un niente rispetto ai centomiliardi di neuroni contenuti nel cervello. E’ come se spegnendosi le luci in una media città, si spegnesse la luce in tutto il pianeta. Un interruttore che scatta per ragioni genetiche ma soprattutto per gli inquinanti come idrocarburi, solventi e pesticidi. Si può dire che l’uomo continuando a inquinare il mondo non si accorge di inquinare il proprio cervello. Non è più una malattia dei vecchi. Sta diventando una malattia “giovane”, intendendo giovane adulto. Questo rende ancor più importante l’uso in terapia di tolcapone-tasmar, un farmaco che riaccende la vita in pazienti che troppo presto la vendono spegnere”. “La malattia colpisce in prevalenza uomini, sembra infatti – afferma il professor Giuseppe Meco, membro del Direttivo della LIMPE, Università “La Sapienza” di Roma – che nella donna ci sia una protezione da parte degli estrogeni.
E’ fondamentale la diagnosi clinica che si avvale ora di tecnologie avanzate come la PET e la SPECT che consentono di “leggere” meglio la realtà clinica del paziente. Ma la Ricerca non si ferma qui, sta indagando sempre più nel grande mistero della genetica, un’indagine che ha preso il via quando si scoprì in una famiglia di Contursi, in provincia di Salerno, che molti componenti soffrivano di malattie neurodegenerative, come il Parkinson. Progressi nella Ricerca ma anche nella terapia. (... continua a leggere sul sito di ItaliaSalute.it)