Congedo straordinario: bisogna essere conviventi col disabile? (laleggepertutti.it 9.12.2018)

Congedo straordinario: bisogna essere conviventi col disabile? (laleggepertutti.it 9.12.2018)

I tuoi genitori sono ormai anziani e non autosufficienti. Fino a ieri, a prendersi cura di tuo padre è stata tua madre, più giovane di lui e in salute. Adesso però anche per quest’ultima è arrivata la sedia a rotelle. Avete perciò deciso di trovare una badante. Ma nel frattempo c’è bisogno che qualcuno si occupi di loro poiché da soli non possono vivere. Vorresti chiedere un congedo dal lavoro e, al riguardo, sai che esiste il congedo straordinario per assistere familiari disabili. Senonché, dopo aver raccolto alcune informazioni, hai saputo che, per legge, non si può usufruire di tale agevolazione se non si è conviventi con il portatore di handicap. E tu non vivi più a casa dei tuoi già da diverso tempo. C’è un modo per aggirare la norma? È davvero possibile che la legge non consenta di accudire i propri genitori quando entrambi non sono più in grado di badare a sé e all’altro? Chi penserà a tua madre se anche tuo padre è disabile? In sintesi, il tuo quesito è il seguente: per ottenere il congedo straordinario bisogna essere conviventi con il disabile? Se questo è il tuo problema ho buone notizie per te. La legge che hai appena citato, quella cioè che stabilisce le condizioni e i limiti per fruire del congedo straordinario per l’assistenza ai familiari disabili, è stata appena modificata dalla Corte Costituzionale con una sentenza al passo coi tempi. La pronuncia – c’è da scommetterlo – segnerà il corso dei futuri rapporti tra genitori e figli. Ecco perché abbiamo pensato bene di spiegarti com’è cambiata la normativa: si tratta infatti di una sentenza della Consulta e, come tale, al contrario di quelle della Cassazione, è obbligatoria per tutti (cittadini, aziende, pubbliche amministrazioni…) dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Insomma, ha la stessa forza della legge. Prima però di capire se per il congedo straordinario bisogna essere conviventi con il disabile, ricordiamo cosa prevede la legge e in cosa consiste questo beneficio.

Indice


Cos’è il congedo straordinario per l’assistenza ai familiari disabili?

Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari con disabilità grave accertata secondo le modalità della famosa legge 104 del 1992, da una apposita commissione medica dell’Inps.

Hanno diritto a fruire del congedo straordinario i lavoratori dipendenti indicati qui di seguito secondo l’ordine di priorità e alle condizioni descritte (se l’avente diritto in via prioritaria manca, è deceduto o è portatore di handicap, il diritto spetta al soggetto rientrante nella categoria successiva):

  • il coniuge (o parte dell’unione civile), solo a condizione che questi sia convivente;
  • i genitori (naturali, adottivi o affidatari) ma solo se il figlio non è sposato o il coniuge è deceduto o è portatore anche lui di handicap;
  • il figlio ma – diceva la legge – solo se convivente e sempre che i genitori non siano più in vita o siano anche loro disabili;
  • i fratelli o le sorelle, ma solo se conviventi e sempre che non vi siano figli o siano deceduti o siano anche loro disabili;
  • i parenti o affini entro il 3° grado, ma solo se conviventi e sempre che non vi siano fratelli/sorelle o siano deceduti o siano anche loro disabili.

Il congedo spetta a condizione che la persona assistita non sia ricoverata a tempo pieno presso istituti specializzati. Sono fatte salve le seguenti eccezioni, in costanza delle quali i familiari aventi diritto possono ugualmente fruire dei benefici nonostante il ricovero a tempo pieno del disabile grave:

  • fruizione del congedo straordinario se risulta documentato dai sanitari della struttura il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare;
  • disabile in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine.

Il congedo straordinario è inoltre concesso quando il disabile debba recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite specialistiche e terapie certificate.

Quanti giorni di congedo straordinario spettano?

Ogni lavoratore ha diritto fino a un massimo di due anni di congedo straordinario nell’arco della propria vita lavorativa: tale limite è complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave. Pertanto chi ha più di un familiare disabile può beneficiare del congedo per ciascuno di essi, ma non potrà comunque mai superare i due anni. Infatti, non è previsto il cosiddetto “raddoppio”.

Il beneficio è frazionabile anche a giorni. Perché non siano conteggiati i giorni festivi, i sabati e le domeniche è necessaria l’effettiva ripresa del lavoro tra un periodo e l’altro di fruizione.

Facciamo un esempio. Un lavoratore (o una lavoratrice) nel tempo ha fruito (anche per motivi non riguardanti l’assistenza di un disabile in situazione di gravità) di 1 anno e 4 mesi di permessi anche non retribuiti “per gravi e documentati motivi familiari”.

Il congedo straordinario può essere riconosciuto solo nel limite di 8 mesi.

La differenza fino ai 2 anni (cioè 1 anno e 4 mesi) può invece essere riconosciuta all’altro genitore del disabile, purché questi non abbia mai fruito di congedo per motivi familiari o ne abbia beneficiato per non oltre 8 mesi.

Qual è la retribuzione durante il congedo straordinario?

Durante il periodo di congedo straordinario, il lavoratore ha diritto ad un’indennità economica che paga l’Inps ma che viene anticipata dal datore di lavoro (e recuperata da questi con il meccanismo dei contributi). Tale indennità corrisponde alla paga ricevuta nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento. Sono esclusi gli emolumenti variabili della retribuzione, entro un limite massimo di reddito rivalutato annualmente.

Durante il congedo il lavoratore ha diritto all’accredito della contribuzione figurativa.

L’indennità e la contribuzione figurativa spettano fino ad un importo complessivo massimo, che viene annualmente rivalutato.

Figli non conviventi: si può avere il congedo straordinario?

Ritorniamo ora al caso dal quale siamo partiti: entrambi i coniugi sono portatori di handicap invalidante. Con loro non vivono più i figli perché hanno messo su famiglia e hanno una loro indipendenza. Questa condizione impedirebbe loro di chiedere il permesso, per via del fatto che c’è l’altro genitore e l’uno può accudire l’altro. Ma così si rischia di pregiudicare proprio il genitore se non ci sono congiunti in grado di assisterlo a parte il figlio che abita lontano.

Perciò secondo la Corte costituzionale la legge è illegittima nella parte in cui prevede la condizione della convivenza. Condizione dunque che da oggi viene cancellata. Risultato: anche i figli non conviventi coi genitori possono chiedere il permesso straordinario se sia il padre che la madre sono invalidi. Bisogna riconoscere loro il diritto al permesso straordinario – dice la Consulta – in mancanza di altri familiari legittimati secondo l’ordine di priorità indicato dalla legge.

D’altronde il congedo straordinario esiste proprio per tutelare la salute del disabile e favorirne l’integrazione. Bisogna poi considerare i mutamenti intervenuti nei rapporti personali: «non sempre la famiglia è tenuta insieme da un rapporto di prossimità quotidiana ma non per questo è meno solida nel suo impianto solidaristico».

Insomma: è legittimo riconoscere il beneficio anche al figlio che vuole andare a convivere col disabile per prendersene cura.

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